Il nastro adesivo, detto anche scotch, è un'invenzione davvero rivoluzionaria e rappresentativa della nostra epoca moderna.
L'esigenza di dover attaccare 2 diverse parti è davvero comune e il nastro adesivo, con costi e ingombri ragionevoli, risponde ottimamente a questo bisogno.
Il nome "scotch", che in inglese vuol dire "scozzese", sembra derivi dalle prime versioni di questo oggetto, realizzate dalla 3M, che, si dice, avesse risparmiato sulla colla, in riferimento alla tirchieria comunemente attribuita agli scozzesi.
Con il passare del tempo, e con la crescente specializzazione del mercato e delle professioni, si sono diffuse tipologie di nastro adesivo sempre diverse e adatte ad ogni caso specifico, scopo di questo articolo è quindi esplorarle e catalogarle.
Indice:
La storia del nastro adesivo risale al lontano 1930, quando Richard Drew, ingegnere della Minnesota Mining and Manufacturing Company (oggi detta 3M), notò le enormi fatiche dei tinteggiatori per preparare le cosiddette maschere sulle parti da verniciare delle auto bicolori, che pian piano si stavano diffondendo tra le Ford, in precedenza tutte nere.
Bisognava applicare le maschere in maniera più rapida: era necessario utilizzare qualcosa che aderisse al metallo, fosse facilmente rimovibile e non si appiccicasse.
Drew ebbe l'immensa intuizione di apllicare una sostanza collante al cellophane solo da un lato.
Dopo molte prove ed esperimenti, fu trovata la giusta amalgama, e inventato il nastro adesivo, o scotch, il prodotto fu un successo planetario ed è utilizzatissimo anche oggi in tutto il mondo in svariati settori, nell'imballaggio ma non solo.
Uno dei tipi più comunemente utilizzato è quello in PVC o polivinilcloruro.
Presenta la caratteristica di essere molto resistente e di aderire anche a superfici non perfettamente lisce. E' silenzioso (parametro da non sottovalutare), e può essere facilmente spezzato anche con le mani, di contro non è ecologico, ma, si sa, nessuno è perfetto...
Altra tipologia estremamente comune, il nastro in PPL è più economico di quello in PVC ma presenta lo svantaggio della rumorosità (anche se ne esistono versioni silenziose) e necessita di taglierino o forbici per essere tagliato.
Patisce il ritorno elastico, per questo motivo deve essere applicato con molta attenzione.
Può essere con colla calda o colla acrilica: il primo si srotola facilmente ed è ruomoroso, a causa della dificcoltà di applicazione viene spesso associato alle macchine nastratrici, l'altro è silenzioso e durevole nel tempo, fornendo un prodotto con un ottimo rapporto qualità prezzo.
Altra tipologia legata prevalentemente all'imballaggio è quella dei nastri adesivi in carta.
Essi rappresentano una scelta ecologica, essendo realizzati in materiale riciclabile ed hanno il vantaggio di produrre lacerazioni nel cartone, qualora rimossi, permettendo così di individuare eventuali tentativi di manomissione o furto del contenuto.
Questo tipo di cartone può, all'occorrenza, essere facilmente strappato con le mani.
Oltre ai citati nastri adesivi specifici per gli imballaggi ne esistono svariate tipologie per moltissimi usi differenti come ad esempio:
Il nastro adesivo ha letteralmente rivoluzionato le nostre vite, a casa, a scuola e nel lavoro. Svolge diverse funzioni ormai considerate indispensabili soprattutto nel settore degli imballaggi ma non solo.
A mano o con specifici accessori come tendinastro o macchine nastratrici, siamo sicuri che il suo uso sarà diffuso per molti anni a venire, magari con innovazioni tecnologiche per migliorarne le prestazioni, ma la geniale, e allo stesso tempo semplice, idea di Richard Drew non sarà abbandonata tanto facilmente.