La valigette in plastica sono ormai diffusissime ed utilizzatissime in tutto il mondo per il trasporto e la conservazione degli oggetti più disparati. Le ragioni di questo successo sono molteplici, prime tra tutti i costi contenuti e la riutilizzabilità.
Questo tipo di oggetti sono quindi diventati un "must" in diverse professioni e si prevede il loro utilizzo durerà ancora a lungo.
Vediamo quindi insieme la storia delle valigette e di come si sia arrivati all'attuale stato dell'arte per quanto riguarda la tecnologia di questo prodotto.
Dalle giare ai tini, dalle scatolette di legno alle cassepanche, dalle lattine per alimenti ai barattoli per biscotti, dalle valigette in metallo alle moderne valigette in plastica; da sempre l’uomo ha cercato di custodire i suoi più importanti tesori (cibo, erbe medicinali, attrezzi, unguenti, ori) costruendo recipienti con i materiali che aveva a disposizione in quel momento.
Il prodotto più usato è stato sicuramente la terracotta. Essa è formata semplicemente da argilla (terra comune ricca di ossidi di ferro), modellata con le mani e poi cotta al sole o al calore di un camino o forno.
Le terrecotte sono ancora usatissime in tutte le parti del mondo data la facilità di lavorazione e il basso costo. Le terrecotte, diventate poi ceramiche, maioliche, porcellane, sono però prodotti molto delicati da maneggiare e per questo non usati quando il prodotto deve essere movimentato o protetto da urti e sfregamenti.
E’ stato poi utilizzato il legno, anch’esso un materiale dal costo nullo o basso, facilmente lavorabile; e poi ancora il ferro, il vetro, il cartone, l’allumino e infine la plastica.
La plastica si è subito imposta nel mercato data la facilità di lavorazione, il basso costo e soprattutto per la sua leggerezza e resistenza. Quale altro materiale potremmo utilizzare per contenere i nostri computer o telefonini?
Le valigette in plastica vengono spesso riempite con spugne che servono a proteggerne il contenuto.
Le spugne usate sono talvolta bugnate, ovvero lavorate in modo da avere una superficie scabra ma regolare, ad esempio a forma di portauovo, oppure cubettate, pretagliate a cubetti.
Spesso legate a determinate professioni, si sono imposte poi sul mercato alcune linee specifiche di valigie in plastica, come:
Le valigette MAX sono certificate IP67 per garantirne la resistenza all’acqua e alle polveri. Il campo di applicazione di tali valigie spazia dalla nautica, fotografia, subacquea, caccia, pesca, corpi speciali, industria manifatturiera in generale e tutti quei settori dove è richiesta un’eccezionale resistenza agli urti e agli agenti atmosferici.
Le valigie MAX sono anche utilizzate dalle forze dell’ordine e in molti settori militari, anche per il trasporto e custodia di armi in tutta sicurezza o per le apparecchiature di alta tecnologia.
Le valigie di plastica hanno inoltre un altro vantaggio rispetto a quelle costruite con altri materiali perché sono riciclabili e riutilizzabili.
Queste valigette sono poi anche facilmente stampabili su una o ambedue le facce; questo ha permesso che l’imballo diventasse la valigetta stessa, con una qualità di presentazione del prodotto eccezionale.